Missa Liturgica

Anno Composizione: 2004
Organico: coro a 3 voci miste (s.c.bar.) e organo (o archi)
Edizione: Casa Musicale Sonzogno


Dedicata a S.E.Giuseppe Chiaretti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nel 50° aniversario di sacerdozio, è una Messa con brevi brani a carattere liturgico. Comprende i testi "Ecce Sacerdos", "Kyrie", Gloria", "Ave verum", "Sanctus", "Agnus Dei", "O salutaris Hostia", "Benedicamus Domino".

I. Introitus: Ecce Sacerdos magnus “Ecce Sacerdos magnus” costituisce l’Introito della Messa: la musica è costruita interamente su triadi maggiori che, nelle loro concatenazioni, danno vita anche ad accordi di settima di dominante. Queste due tipologie armoniche sono le sole utilizzate in questo brano per ottenere un effetto particolarmente solenne. II.Kyrie Il Kyrie successivo è “a cappella”: l’organo, ad libitum, raddoppia semplicemente le voci. E’ una pagina particolarmente semplice, di sole 14 misure, che utilizza (come gli altri brani della Messa) solo triadi consonanti, collegate mediante la modificazione di una nota alla volta e cantate dal coro in stile omoritmico .

III.Gloria Il Gloria è diviso in sei parti che utilizzano tutte una stessa sequenza armonica composta interamente da triadi dello stesso tipo (o tutte maggiori o tutte minori). Il brano si apre in fortissimo (Maestoso) a pieno coro che presenta la sequenza armonica per intero affidata all’organo mentre le voci cantano all’unisono; segue un “Più lentamente” sulle parole “Domine Deus Rex caelestis” dove la sequenza armonica è costruita per accumulazione, partendo da poche linee divise fra le voci alternate e l’organo, seguendo un intreccio che poco a poco va ad abbracciare l’intero organico; il “Qui tollis peccata mundi” successivo è un “Adagio” dove le triadi della sequenza sono trasformate da maggiori in minori. Il coro canta omoritmicamente, a parti strette, fino al “Qui sedes” affidato ai soli soprani che melodizzano su un solo organistico che ripercorre la stessa sequenza di triadi minori; la successione di triadi maggiori torna con il “Quoniam tu solus sanctus” (“Con vita”, un’indicazione di tempo mutuata da Perosi) declamato a pieno coro, mentre il “Cum Sancto Spiriu” conclusivo (“Maestoso”) è condotto in stile fugato, secondo una prassi consolidata.

IV.Offertorium: Ave verum Il quarto movimento è costituito dal Mottetto “Ave verum” utilizzato come Offertorio. Il brano è costruito interamente sulla melodia gregoriana affidata ai soprani, completata dalle altre due voci dei contralti e dei baritoni con un procedimento che alterna rigidamente una triade maggiore ad una triade minore. Ne consegue un effetto armonico che, pur non avendo scale di riferimento, ricorda in più punti lo stile di Frescobaldi, probabilmente per la melodia modale utilizzata come canto fermo. V.Sanctus Il Sanctus è costituito da una successione formata da tre triadi maggiori e tre triadi minori alternate dove l’organo ha una parte dominante, specie nel Benedictus dove esegue la melodia principale, accompagnata dagli accordi del coro.

VI:Agnus Dei L’Agnus Dei è l’analogo del Kyrie: “a cappella” con organo ad libitum è poco più lungo (21 misure) ed è, come il Kyrie, formato da triadi consonanti cantate a parti strette, triadi che si modificano una nota alla volta con un procedimento che esalta l’effetto di concatenazione armonica.

VII.Communio: O salutaris hostia Il brano destinato al momento della Comunione è il mottetto “O salutaris hostia”: su un “do” tenuto a turno dai contralti e dai baritoni il coro disegna una successione di triadi a valori larghi dove l’organo esegue una scala che tocca tutte le regioni dello strumento fino al versetto “da robur fer auxilium”: qui la scala si interrompe e organo e coro procedono insieme in crescendo, concludendo sull’accordo di sol maggiore la prima strofa. La seconda strofa ripete esattamente l’andamento della prima, chiudendo con un Amen in “piano” sulla successione di accordi maggiori Sol-Si-Lab-FA-Do.

VIII.Benedicamus Domino La Missa Liturgica si conclude con una fuga corale condotta sul testo del “Benedicamus Domino” il cui soggetto è ricavato dall’originale gregoriano. La parte organistica non raddoppia mai le voci, ma costituisce un secondo contrappunto che funge in parte da accompagnamento e in parte da autentico secondo coro che, nella parte conclusiva dove le voci all’unisono cantano il “Deo gratias” gregoriano, diventa parte principale. Data la difficoltà tecnica di questa pagina, in Appendice alla pubblicazione viene data anche una seconda versione con la parte organistica semplificata.


1.ECCE SACERDOS
2.KYRIE
3.GLORIA
4.AVE VERUM
5.SANCTUS
6.AGNUS DEI
7.O SALUTARIS HOSTIA
8.BENEDICAMUS DOMINO


POLIFONICA PIEVESE
ORCHESTRA DA CAMERA
CARLO PEDINI, direttore