Adagio
(da uno studio per Jacopone)

Anno Composizione: 1991
Organico: Orchestra d'archi
Edizione: Casa Musicale Sonzogno

Si tratta di un lavoro per orchestra d’archi, scritto come studio preparatorio del Finale dell’Oratorio drammatico “Il mistero Jacopone” (ispirato al poeta di Todi). Lo studio consisteva nel rielaborare una traccia musicale costituita dall’inizio e dalla conclusione del mottetto a cinque voci “Super flumina Babylonis”, scritto nel 1988, ma poi inserito in modo organico nello stesso oratorio. In questo lavoro per archi viene utilizzato per la prima volta, in modo funzionale alla costruzione complessiva del lavoro, un procedimento fatto di suoni lineari (singole note o, più raramente, accordi) che vanno a “cucire” una specie di griglia o rete che si dipana poco alla volta mediante l’intersecazione di crescendi e diminuendi alternati: una tecnica che potrebbe essere paragonata a quella delle dissolvenze incrociate nel cinema e che è poi divenuta un elemento caratteristico di tutti i miei lavori successivi. Il procedimento ha lo scopo di accumulare tensione che si va a “scaricare” in alcuni crescendo più evidenti degli altri che all’apice trasformano accordi di triade maggiore in triade minore creando un effetto analogo al fenomeno fisico dell’«effetto doppler» (lo stesso che si sente quando la sirena di un’automobile si avvicina per poi subito allontanarsi). L’Adagio per archi “da uno studio per Jacopone” è dedicato a Roberto Hazon (1930-2006).
Adagio (da uno studio per Jacopone)


I SOLISTI DI PERUGIA
Carlo Pedini, direttore